Il blog della fantasia erotica

sabato 27 dicembre 2008

Un sogno piccante -prima parte-

Era un caldo pomeriggio Parigino di agosto, la vita per strada era intensa e tutti giravano in pantaloncini corti e maglietta striminzita, erano quasi le sedici e avevo bisogno del latte perché volevo fare il gelato alla frutta e quindi avevo deciso di andare a comprarlo di fretta al centro commerciale che era vicino a casa mia. Entrando sentii subito un senso di freschezza che quasi mi faceva venire voglia di rimanere tutto il giorno lì dentro a girare per i reparti e a gironzolare per il centro commerciale. Quel giorno era particolarmente caldo e avevo bevuto tantissimo per tenere buona l’arsura che avevo in gola, ad un certo punto sentii lo stimolo della pipì e quindi dovevo cercare una toilette per non farmela sotto; in lontananza vidi il cartello che la indicava a destra e quasi correndo mi diressi da quella parte senza però prestare attenzione mentre entravo che urtavo contro una ragazza anche lei di corsa. Lo scontro fu duro e cademmo tutte e due per terra, ci guardammo e ci mettemmo a ridere poi lei con uno scatto quasi felino si rialzò e chiedendomi scusa corse verso la porta della toilette che purtroppo era rotta e non stava chiusa. Fuori mancava la maniglia e non si poteva tenere chiusa, ci guardammo in faccia e con uno sguardo malizioso e d’intesa entrammo tutte e due, lei lentamente incominciò a tirarsi giù i pantaloncini rosa e subito dopo guardandomi negli occhi e sorridendo si tirò giù anche le culottes tutte rosa in raso; il suo movimento era lento e seducente, dentro di me sentivo una cosa strana e la curiosità era fortissima, sudavo e mi sentivo molto inquieta perché non avevo mai visto un'altra donna nuda. Guardavo i suoi movimenti e man mano iniziavo a fantasticare dentro di me su quello che vedevo, lentamente il suo pube veniva allo scoperto, era coperto di un leggerissimo pelo rossiccio come i suoi capelli e la sua pelle era bianca e lentigginosa. Si accovaccio sulla turca e iniziai a vedere qualche gocciolina dorata che scendeva, mi sentivo eccitata e non capivo più nulla, stavo vivendo una situazione nuova che mi eccitava da morire ed iniziavo a sentirmi bagnata. Una volta che fini di fare la pipì si spostò per tenere ferma la porta e m’invitò a occupare il suo posto per farla a mia volta, con una mano teneva la porta e con l’altra si accarezzava il monte di venere ancora nudo. Io mi sentivo in imbarazzo e non riuscivo a fare nulla ma mi sentivo gonfia e dolorante da quanta me ne scappasse, lei intuì e allora si girò per lasciarmi un secondo in pace. Aaaaaa che piacere nel sentire che finalmente riuscivo a svuotarmi. Si girò e mi porse un fazzolettino di carta per asciugarmi e mentre io rimasi quasi paralizzata mi asciugò il pube e mi rimise in ordine le coulottes e i pantaloncini neri che indossavo, uscimmo senza fiatare e ci lavammo le mani guardandoci negli occhi in silenzio, io tremavo e non sapevo cosa mi stava capitando, avevo perso qualsiasi freno e mi lasciai condurre fuori e tenendoci per mano iniziammo a girare il centro commerciale rinfrescato da potenti condizionatori d’aria. Ovunque andassimo tutti la salutavano e nessuno faceva caso che le nostre mani erano congiunte tra di loro, oramai ero in sua totale balia e il lume della mia ragione se ne era andato lasciando posto a pensieri che non avevo mai avuto. Oramai erano giunte le ore 21 e arrivammo in un negozio di biancheria intima, agli altoparlanti si sentiva il direttore che annunciava l’imminente chiusura del centro commerciale ed io quasi mi sentivo sollevata sentendo quell’annuncio e come per salutarla staccai la mia mano dalla sua, lei mi disse che potevo rimanere ancora un ora perché era la proprietaria del negozio e quindi per lei la chiusura era alle ore 22. Arrivammo nel retro del negozio e aprì dei cassetti che contenevano della biancheria molto pregiata, tirò fuori un completino molto bello in seta e mi invitò a provarlo, il mio imbarazzo era visibile ma riuscii a vincerlo e mi spogliai di fronte a lei per provarlo, mi disse che ero molto bella ed incominciò ad accarezzarmi molto delicatamente, delicatamente iniziò a baciarmi la schiena scendendo molto lentamente verso il sedere. Le sue mani sfioravano la mia pelle con un movimento rotatorio e a mano a mano che si avvicinavano al mio sesso io, tremavo sempre di più al solo pensiero che a secondi sarebbero arrivate proprio li dove mai nessuna donna aveva toccato. Provavo una sensazione nuova, i miei seni si stavano ingrossando, i capezzoli s’indurivano e diventavano grossi come dei fagioli, sentivo delle sensazioni nuove e proprio mentre le sue dita arrivavano a sfiorare le labbra del pube sentii delle contrazioni muscolari, la mia schiena s’inarcava e le dita delle mani si allargavano per stringersi subito dopo in un pugno. Sentivo che mi stavo bagnando e mentre avevo gli occhi chiusi la sua lingua arrivò dolcemente a sfiorare il clitoride, in quel momento ero tesa come una corda di violino e non riuscii a trattenermi dal bagnarle il viso di piacere, non riuscivo più a stare ferma perché ero tutta una contrazione unica fino a che dopo pochi secondi mi sentii totalmente rilassata e come in paradiso. Passò qualche istante e un campanello mi fece aprire gli occhi, era il suono della sveglia che mi diceva che un nuovo giorno iniziava, il sogno era finito ma rimaneva il letto banato di un liquido biancastro e viscido che non avevo mai visto.

venerdì 26 dicembre 2008

Un sogno piccante -seconda parte-

A fatica mi svegliai, ero ancora immersa in quel sogno che continuavo a vivere anche a occhi aperti e la mamma continuava a chiamarmi e mi urlava “Jade, réveillés qu'et tard”. La sera prima mi ero dimenticata di spostare l’orario della sveglia e quella mattina avevo un esame importante a scuola, dovevo ripassare prima di andare a scuola e quindi feci colazione molto velocemente e dopo aver ripassato sul libro mi precipitai alla fermata dell’autobus che mi avrebbe portata a scuola. Nella mente avevo ancora quel magnifico sogno che continuava a rimbombarmi dentro, le dita ancora sentivano quella sensazione strana che provai quando per la prima volta in vita mia avevo toccato quel liquido strano, il mio olfatto sentiva ancora quel profumo acre e dolciastro e la mia mente non ne voleva sapere di concentrarsi sull’esame. Ero spaventata perché non sapevo più a cosa pensare, quella cosa mi distoglieva totalmente da qualsiasi altro pensiero e mentre camminavo dalla fermata dell’autobus per andare a scuola incontrai Eléonore che era nella classe di fianco alla mia, iniziammo a chiacchierare, lei era la mia migliore amica e le raccontai il mio sogno con un pochino d’imbarazzo; ascoltava molto attentamente e non apriva bocca durante il mio racconto, i suoi occhi vedevo che s’illuminavano e mi guardavano molto interessati. In men che si dica arrivammo a scuola e con il cuore in gola entrai in classe sapendo che ero l’ultima ad essere interrogata, non so cosa successe ma per fortuna riuscii a passare l’esame per un pelo e finalmente esultante uscii dalla classe per andare a vedere se anche la mia amica era riuscita a passare il suo esame; ci abbracciammo ed esultammo a più non posso e decidemmo che quella sera saremmo andate a festeggiare il risultato. Arrivarono le 19 ed iniziai a prepararmi partendo con un bel bagno caldo e profumato e mentre ero beatamente distesa nella vasca le mie dita toccavano incuriosite il mio sesso in una maniera mai provata; riprovavo nuovamente quelle sensazioni vissute nel sogno e non me ne davo spiegazione. Alle dieci avevo appuntamento alla base della Tuor Eifel, ero eccitatissima e non vedevo l’ora di abbracciare Eléonore che arrivò puntualissima all’appuntamento, iniziammo a parlare del piu e del meno fino a che ritornammo a parlare del mio sogno che continuava a tormentarmi, intanto camminavamo lungo i viali di Parc Du Champ de mars e ci trovammo in un angolino tranquillo dove iniziammo a svelarci a vicenda i nostri segreti più intimi che mai avevamo detto a nessuno. Istintivamente le nostre mani si unirono e proprio in quell’istante la nostra bocca si ammutolì lasciando la parola allo sguardo sensuale, senza più aprire bocca e sempre tenendosi per mano ci avviammo alla sua macchina ed andammo a casa sua dove ci abbracciammo ed iniziammo a fare l’amore. Questa volta ero ben sveglia e pensavo che quello fatto la notte prima era un sogno premonitore, io non avevo mai toccato un corpo femminile prima d’ora in quella maniera; i vestiti scivolavano a terra molto lentamente e tremavo di paura, Eléonore mi faceva coraggio con le sue parole e la sua dolce voce mi rilassava. Lentamente ci trovammo nude e mentre ci abbracciavamo mi baciava il collo….lentamente scendeva verso i capezzoli che si erano induriti, sentivo i brividi e ero paralizzata dalla paura perché mai avevo avuto un rapporto lesbico. Le sue mani dolcemente arrivavano in tutti i punti del mio corpo che rispondeva a tutte le carezze con dei brividi di piacere, iniziavo ad avere delle piccole contrazioni quando sentivo le dita passare dal clitoride e ad ogno passaggio stringevo le gambe perché un pochino avevo vergogna di quella situazione. Ad un certo punto si alzò e accese il registratore, scelse un brano di musica classica, era un brano di Stephen Schlaks, Sensitive and Delicate, quelle note mi aiutarono a sciogliere la tensione e lasciarmi andare definitivamente al suo amore. Lentamente mi sentivo penetrata dalle sue dita che con molta gentilezza mi regalavano delle sensazioni stupende, le stesse sensazioni che avevo vissuto nel sogno. I minuti scorrevano veloci e scoprivo un amore che mai avrei immaginato, dentro di me sentivo che le cose cambiavano perché un leggero bagliore offuscava l’immagine del mio ragazzo illuminando però l’immagine di Eléonore, non sapevo che una donna mi avesse potuto dare molto più piacere rispetto ad un uomo, le sensazioni erano molto piu belle e diverse rispetto a quello che mi faceva provare il mio ragazzo Isidore. Oramai non sapevo più cosa pensare perché quei minuti interminabili di passione mi stavano sconvolgendo la vita, lei continuava ad accarezzarmi e baciarmi e le mie gambe si scioglievano lasciando spazio alle sue labbra che molto sapientemente baciavano nei punti giusti. La sua lingua incrociava di continuo il clitoride per poi venirmi a baciare sulle labbra e tornare giù, avevo perso tutte le paure e quindi anche io iniziavo a muovermi baciando i suoi capezzoli che al passare della mia lingua rispondevano al mio richiamo. Oramai riuscivo a muovermi liberamente e amavo con tutta la passione che ardeva dentro di me, iniziavo a scendere anche io e vedevo le sue mani che iniziavano a piantare le sue unghie nelle mie carni, il mio piacere si fondeva con il suo ed in un unico gemito urlammo di piacere insieme.